Avere chiaro cosa è meglio evitare nella nostra comunicazione
Magari non siete così creativi nella comunicazione digitale, ma è fondamentale evitare di commettere errori quasi grossolani che recano molti danni. Certamente si può poi recuperare, ma è lungo e faticoso. Quindi attenzione! Ecco quali sono i principali.
Gli errori più comuni sono:
– Mancanza di preparazione nella gestione dei conflitti quando appaiono commenti poco piacevoli sulle pagine dei vostri social.
– Usare lo strumento di confronto nella vostra pubblicità.
– Impiegare le negazioni nei payoff o negli slogan o catchword
Gestione dei conflitti e del contraddittorio
Se escludiamo la presenza di alias fake o finti profili che sobillano e scatenano le critiche, va fatta attenzione ai commenti negativi nelle pagine social. Può succedere ma cerchiamo di far diventare un commento poco lusinghiero, un modo di valorizzare la nostra professionalità. Il social media manager o il moderatore della pagina non deve MAI attaccare, prendere in giro o dare risposte vaghe. Quello che si scrive è pubblico, tutti vedono e posso vedere e “… scripta manent”.
Dare risposte non costruttive, usare il carattere maiuscolo che nel gergo della comunicazione digitale significa urlare, usare toni arroganti è pericolosissimo. Chiedete spiegazioni in privato piuttosto, se dovete effettuare verifiche, ma fatelo presente. Le risposte devono essere misurate e positive e deve trasparire la volontà di risolvere, fare chiarezza, essere trasparenti. Magari anche ammettere fraintendimenti o confusione, ma mai incolpare platealmente chi vi critica. Si chiama diplomazia!
Usare il paragone come strumento di valorizzazione del vostro prodotto o servizio.
Evitare sempre di usare la tecnica di “il mio prodotto/servizio è meglio di …”. Nel 99% dei casi è controproducente e può finire nell’illegalità. Anche nella comunicazione tradizionale via spot TV non ha mai funzionato (la Pepsi anni fa ci provò con la Coca-Cola) e nel mondo dei social media è lo stesso.
Mai dire il mio ristorante è più bello di XXX, la mia t-shirt è meglio di quella di XXX. Corretto invece valorizzare le differenze senza fare paragoni con altri marchi, altri brand. L’ambiente, l’offerta gastronomica, la qualità del tessuto, la personalizzazione ma tutto sempre rapportato a soddisfare i desideri del consumatore e a fornire una esperienza.
Impiegare le negazioni nei payoff o nelle catchword
Questa è una valutazione molto tecnica e psicologica. Nell’apprendimento dei testi e delle parole, le negazioni sono tra le cose meno acquisite dal cervello umano. Un esempio: meglio dire “siamo chiusi” che “non siamo aperti”, certo è estremo ma vi fa capire quanto il “non” dell’ultima frase possa essere trascurato e meno chiaro.
Usare sempre frasi affermative è strategico, soprattutto in un mondo dove la comunicazione è veloce, dove chi legge spesso va di fretta e deve capire il messaggio in poco tempo. Quindi meglio l’Italia riparte che l’Italia non si ferma perché se con la prima frase si da una immagine di sospensione, con la seconda si passa un messaggio di stallo e di difficoltà.
In tanti commettono questi errori, anche brand molto noti ed in tutti i settori merceologici, perché questo? … to be continued …
Qui sotto paio di errori noti